ALLUCE RIGIDO
L’alluce rigido è una patologia prettamente degenerativa che riguarda la prima articolazione metatarso falangea del primo dito del piede. È degenerativa poiché, con particolare evidenza, la testa del primo metatarso, a mano a mano che si degenera, inizia a perdere la rima articolare e di conseguenza all’alluce inizia a venir meno la sua mobilità.
L’alluce rigido viene detto anche alluce limitus, proprio per i movimenti limitati dell’articolazione. È facile, per chi non è del campo, confondere l’alluce valgo con l’alluce rigido, poiché anche in quest’ultimo caso patologico si manifesta l’esostosi sull’alluce. In realtà, va precisato che le calcificazioni che si vengono a formare sono di tipo osteofitico, ovvero artrosiche, e si generano intorno all’articolazione del primo metatarso.
Le cause possono essere idiopatico oppure traumatico.
Naturalmente, nel primo caso la degenerazione è lenta, non immediata, e anche il dolore non è subito rilevante.
La diagnosi è prettamente clinica: basta eseguire dei movimenti di dorso plantarizzazione dell’alluce per percepire subito che la mobilità dell’alluce è ridotta; oppure, al tatto si possono sentire o vedere delle calcificazioni ossee più o meno importanti. Inoltre, con l’esame radiografico è possibile vedere ancora meglio come l’alluce rigido - a differenza del valgo che inizia a lussarsi e a spostarsi - rimane in sede, ma manifesta a livello articolare una chiusura della cartilagine che può causare una vera e propria saldatura dell’articolazione.
Si possono distinguere tre gradi di alluce rigido, caratterizzati soprattutto dall’usura articolare: lieve, moderato, grave.
Quando si ha a che fare con l’alluce rigido lieve, si cerca di convivere il più possibile con la situazione patologica, cercando di adottare come misura un plantare fatto ad hoc, che vada a scaricare totalmente l’articolazione dell’alluce. In questo modo, facendo lavorare meno l’alluce, si riduce notevolmente il dolore e viene rallentato il processo di degenerazione articolare.
Nel grado lieve si possono intraprendere anche terapie come: infiltrazioni di acido ialuronico, che hanno come obiettivo quello di lubrificare le articolazioni e dare sollievo; ottimi risultati si raggiungono anche con le onde d’urto focali, che vanno a sgretolare le calcificazioni appena formatesi e a ristabilire una maggiore mobilità (trattandosi di uno stadio lieve). Anche gli impianti di PRP, come terapia rigenerativa, possono essere utilizzati e servono principalmente a rallentare l’usura delle cartilagini.
Nel momento in cui tutte queste terapie non danno il risultato desiderato, significa che bisogna intervenire in modo chirurgico, e per quanto riguarda situazioni ancora moderate di alluce rigido si può fare ricorso alla tecnica percutanea. Con quest’ultima si va ad eseguire una pulizia dell’articolazione attraverso l’utilizzo di micro-frese.
Non è un intervento risolutivo, soprattutto quando si vuole risolvere un alluce rigido grave, caso per il quale bisogna intervenire in modo differente.
Per patologie gravi, la tecnica tradizionale per eccellenza è l’artrodesi, vale a dire il bloccaggio chirurgico dell’articolazione dell’alluce con due viti metalliche. Con questa soluzione l’alluce va a perdere totalmente la funzionalità e, di conseguenza, anche il dolore si riduce notevolmente. Si tratta di un intervento ad oggi in parte superato, soprattutto perché, a lungo andare, ha come conseguenza il sovraccarico delle teste metatarsali da trasferimento delle altre articolazioni.
Come alternativa all’artrodesi ci sono le protesi metalliche o in silicone, anche se in questo caso la principale controindicazione è il rigetto o l’usura della protesi stessa.
Altra possibilità è l’osteotomia plantare, che serve a ricreare in modo chirurgico lo spazio articolare, quindi a ridare all’alluce la mobilità. In questo caso le osteotomie vengono fissate con viti metalliche.
Il paziente, dopo la correzione di alluce rigido moderato operato con tecnica percutanea, può tornare ad indossare tutte le calzature desiderate e a riprendere l’attività sportiva già dopo un mese e mezzo. Con interventi open per alluce rigido grave il decorso post-operatorio sarà leggermente più lungo ma dopo un paio di mesi torna.



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