SPORT DA COMBATTIMENTO


Su Wikipedia lo “sport da combattimento” è definito come l’incontro tra due atleti,
i quali combattono fra di loro impiegando determinate regole di ingaggio (generalmente diverse da quelle utilizzate nei combattimenti svolti per pratica o sfida nelle arti marziali), simulando parte di un combattimento corpo a corpo all’interno di un contesto agonistico. All’interno dei diversi sport da combattimento possiamo distinguere diverse discipline: quelle che prevedono un contatto limitato, quelle a contatto pieno, le discipline lottatorie e le, cosiddette, “ibride”. Le prime attività di sport da combattimento risalgono ai Giochi Olimpici del 684 a.C. e chissà se anche nel lontano 684 avevano problemi ai piedi causati da questi sport!
Durante la pratica di queste discipline, infatti, il piede risente del fatto di non essere protetto (né con calzature né con ortesi) e di essere sottoposto ad un costante contatto, sia durante l’allenamento che in gara.
Basta pensare ai calci che si scambiano gli atleti, senza alcun tipo di protezione. Non è un caso se proprio durante l’incontro di MMA tra Conor McGregor e Dustin Poirier, il campione irlandese delle arti marziali miste abbia subito un grave trauma distorsivo alla tibia. Seppur quest’ultima sia tra le ossa lunghe più dense e resistenti del corpo umano, la frattura riportata da McGregor ha costretto l’arbitro ad interrompere il match e rischia di compromettere l’intera carriera dell’atleta. Ciò dimostra quanto il piede e la caviglia siano messi davvero sotto stress in questi sport, rendendo comune il rischio di fratture derivanti da minime infrazioni ossee corticali o da linee di frattura parziali e composte, causate dalle grandi pressioni che si esercitano sull’osso e dai numerosi calci dati in allenamento.
Come per tutti gli sport, la preparazione e il rafforzamento muscolare degli arti sono indispensabili, così come sono molto importanti gli accertamenti costanti e specifici. È necessario evitare traumi ripetuti o, comunque, tenerli costantemente sotto controllo per gestire eventuali infiammazioni tendinee e degenerazioni articolari metatarso-falangee, che a lungo andare comportano non soltanto un deterioramento dell’articolazione stessa ma anche una riduzione della cartilagine, con il conseguente verificarsi di veri e propri fenomeni di rigidità artrosici.
Soprattutto per gli atleti agonisti, dopo ogni allenamento e ogni gara è consigliabile affidarsi ad un fisioterapista che, oltre ad effettuare delle terapie con ghiaccio, tecarterapia o laserterapia, esegua anche una vera e propria manipolazione che, unita alla ginnastica propriocettiva, serve a ridurre i fenomeni di rigidità.
Una novità importante è la crioterapia, ossia la terapia del freddo con ghiaccio o azoto liquido, molto utile per la riduzione degli stati di infiammazione. Essa vanta proprietà analgesiche e una lunga serie di effetti benefici, dovuti al fatto di riuscire
ad interessare diversi distretti del corpo umano (essa agisce sui diversi sistemi del nostro organismo - sia circolatorio che nervoso - e sull’apparato muscolare). Per individuare le aree di sofferenza ossea in assenza di fratture, è fondamentale eseguire delle risonanze magnetiche e per valutare i tessuti molli interno all’osso è molto valido l’esame ecografico. Nelle varie discipline da combattimento l’attenzione, sicuramente, va rivolta ai traumi ripetuti, ma anche al pre e post gara poiché, come abbiamo visto per McGregor, subire un evento traumatico può significare dai 3 ai 5 mesi di inattività e, nei casi più gravi, la compromissione definitiva della carriera dell’atleta.
🤼‍♀️🥊

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